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Patologie dell'apparato escretore

Calcoli renali

La calcolosi urinaria è una patologia molto frequente: si calcola che circa il 10% della popolazione abbia almeno un episodio di calcolosi urinaria nell’arco della vita. I calcoli si formano per lo più nei reni, ma anche nelle vie urinarie (uretere e vescica).

Il calcolo renale è un aggregato solido di varia forma e struttura che si deposita all'interno del rene o delle vie urinarie. La sua formazione è solitamente dovuta alla rottura di un delicato equilibrio mantenuto dalla funzione renale. I reni infatti per loro funzione devono da un lato risparmiare acqua, dall'altro eliminare sostanze di vario genere scarsamente solubili, in continuo adattamento a situazioni diverse, di idratazione, di dieta, di clima, di terapia farmacologica, di attività fisica.

In condizioni fisiologiche la formazione di calcoli non avviene per la presenza nell'urina di alcune sostanze che impediscono la formazione dei cristalli dei sali disciolti. Tuttavia se l'urina si satura di composti insolubili si producono in una prima fase dei cristalli che aggregandosi fra loro danno origine al calcolo. Se i cristalli rimangano molto piccoli vengono eliminati con facilità con l'urina, ma possono assumere il ruolo di "nuclei" di aggregazione e in questo caso le sostanze meno solubili tendono a depositarsi intorno, facendoli ingrandire ulteriormente, finché non diventano veri e propri sassolini.

Alcuni tipi di calcoli non danno sintomi particolari e possono essere scoperti con radiografie o ecografie effettuate per altre ragioni. In altri casi, la calcolosi è segnalata da diversi fattori: presenza di sangue nelle urine, dolori lombari, coliche renali (si verificano quando un calcolo di dimensioni abbastanza grandi si sposta dal rene ed entra nell'uretere, provocandone lo spasmo, molto doloroso).

I calcoli renali devono essere comunque trattati perché possono danneggiare il rene anche in maniera irreparabile. Quelli di piccole dimensioni possono essere fatti espellere per le vie naturali. Un'altra soluzione è l'intervento diretto, che può anche essere non chirurgico, bombardando i calcoli con degli ultrasuoni per frantumarli e renderne possibile l'eliminazione attraverso l'urina.

Insufficienza Renale Cronica

L'insufficienza renale è la riduzione patologica della funzionalità renale, in particolare del processo di filtrazione glomerulare. Quando la quantità di filtrato glomerulare (l'urina primitiva) diminuisce al di sotto del valore soglia (fissato in 90 ml al minuto) si può parlare di insufficienza renale, che tuttavia può assumere diversi gradi di gravità. Quando si arriva all'insufficienza renale cronica terminale, i reni non sono più in grado di provvedere ad una sufficiente depurazione del sangue, per cui diventa indispensabile ricorrere all'emodialisi (rene artificiale) o al trapianto di rene.

Un paziente con insufficienza renale può presentare soltanto sintomi vaghi, malgrado valori elevati di urea (uremia) e creatinina (creatininemia) nel sangue. La pelle può apparire giallo-brunastra e talvolta l'urea contenuta nel sudore può cristallizzare sulla cute sotto forma di "brina uremica".

Tra le cause principali dell'Insufficienza renale cronica si ricordano il diabete mellito, l'ipertensione e le glomerulonefriti.

Glomerulonefriti

Sono malattie infiammatorie del rene, in cui i glomerulo risultano danneggiati da processi infiammatori, causati da numerosi e differenti fattori. Si manifestano generalmente con la presenza di sangue (ematuria) e proteine nell'urina (proteinuria) e con insufficienza renale, con tutti i suoi sintomi.

Cistite

La cistite è una infiammazione della vescica urinaria, che talvolta può interessare anche l'uretra (uretrocistite). Nella maggior parte dei casi, la cistite è riconducibile ad infezioni di batteri fecali. Colpisce con maggiore frequenza le donne poiché la loro uretra è più corta (circa 5 cm) di quella degli uomini (16 cm circa) e quindi è più alto per le donne il rischio di una contaminazione da parte dei batteri fecali che possono più facilmente risalire l'uretra fino alla vescica. Si calcola che circa il 25% delle donne adulte soffre di cistite almeno una volta l'anno. In particolare, l'incidenza aumenta con l'età: è molto bassa fino ai 20 anni, poi con l'inizio dell'attività sessuale e con le gravidanze aumenta fino a dopo la menopausa.

I sintomi consistono in dolore nella zona soprapubica, dolore alla minzione, minzione impellente e frequente, urine torbide e a volte (nei casi più acuti) accompagnate da presenza di sangue.

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