Il diabete

Con diabete si identificano diverse malattie caratterizzate da abbondante produzione di urina, abbondante ingestione di acqua e da fame eccessiva.

Si distinguono il diabete mellito (di tipo 1, di tipo 2 e gestazionale)  e il diabete insipido.

Il termine diabete deriva dal greco antico διαβήτης, diabétes, che significa "passare attraverso", quindi il termine medico farebbe riferimento al continuo passaggio di acqua attraverso il corpo provocato dalla malattia (molta sete e quindi molta urina).

Diabete mellito

Il diabete mellito (cioè dolce, con una chiara assonanza per la parola miele) è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, ovvero elevati livelli di glucosio (uno zucchero) nel sangue, causata da un’inadeguata (o assente) produzione di insulina (diabete di tipo 1)  o di una scarsa capacità dei tessuti di utilizzare l’insulina stessa (diabete di tipo 2).

L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo successivo utilizzo come fonte energetica per la respirazione cellulare. Quando l'insulina prodotta non è sufficiente o il suo funzionamento è alterato, il glucosio si accumula nel sangue.

L'eccesso di glucosio nel sangue viene eliminato attraverso l'urina, che a sua volta presenta elevati livelli di questo zucchero (glicosuria) e nel lungo termine può seriamente compromettere il cuore e i vasi, i nervi periferici, i reni e gli occhi.

La prima descrizione di persone con disturbi attribuibili al diabete (sete intensa e urina molto abbondante), ripoprtata su alcuni papiri egizi, risale al 1.500 a.c.

Nel 150 d.c. Areteo di Cappadocia, famosissimo medico, fu probabilmente il primoad utilizzare il termine diabete, descrivendolo così:
Il diabete è una malattia terribile, non molto frequente nell’uomo, caratterizzata dalla liquefazione del corpo e delle membra nell’urina. Il malato non smette mai di urinare ed il flusso è continuo come quello di un acquedotto. La sopravvivenza è breve, sofferta e dolorosa, la sete irrefrenabile, il bere esagerato ma ancora sproporzionato alla grande abbondanza delle urine. Non è possibile arrestare il bere e l’urinare dei diabetici. Se smettono di bere per un momento, la bocca si asciuga e il corpo si secca; i visceri sembrano inariditi; i malati hanno nausea, non trovano pace, hanno una sete terribile e muoiono entro breve tempo.

Il diabete mellito è rimasto una malattia incurabile fino al 1921, quando i ricercatori canadesi Banting, Best e McLeod scrissero una pagina fondamentale della storia della medicina e salvarono la vita a milioni di persone scoprendo che il diabete mellito indotto in cani privati del pancreas poteva essere risolto somministrando insulina estratta dalle isole di Langerhans di un cane sano. Il primo paziente, un ragazzo di 14 anni, fu trattato con successo nel 1921 e nel 1923 Banting  Macleod ricevettero il Premio Nobel per la Medicina.

Funzione dell’insulina ESCAPE='HTML'

Riguarda circa il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. Nel diabete tipo 1, il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. La velocità di distruzione delle ß-cellule è, comunque, piuttosto variabile, per cui l’insorgenza della malattia può avvenire rapidamente in alcune persone, solitamente nei bambini e negli adolescenti, e più lentamente negli adulti.

Una caratteristica clinica del diabete mellito è l'iperglicemia (concentrazione di glucosio nel sangue molto elevata).

Questa malattia è nota anche come diabete insulino-dipendente o diabete giovanile, è la forma meno comune, interessa il 5-10% dei casi di diabete e si sviluppa di solito precocemente, già durante l’infanzia o l’adolescenza.

Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune, cioè legata a una reazione del sistema immunitario contro l’organismo stesso. In particolare il sistema immunitario distrugge le cellule beta del pancreas, non riconoscendole come proprie dell'organismo ma trattandole come cellule estranee e quindi nocive. 
La mancanza o la scarsità di insulina, quindi, non consente al corpo di utilizzare gli zuccheri introdotti attraverso l’alimentazione che determinano quindi un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia) e la sua eliminazione attraverso l'urina.

Il diabete di tipo 1 è quindi una patologia cronica ed irreversibile, che costringe le persone affette ad assumere ogni giorno e per tutta la vita dosi di insulina attraverso iniezioni sottocutanee (diabete insulino-dipendente).

La causa del diabete tipo 1 è sconosciuta, ma nel sangue delle persone affette da questa malattia si trovano gli anticorpi diretti contro le cellule che producono l’insulina. Il diabete di tipo 1 è pertanto una malattia autoimmune e si ritiene che venga scatenata da una concomitanza di fattori genetici e ambientali.

È la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. La causa è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono poi a utilizzarla. In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. Riguardo la familiarità, circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.

Il diabete tipo 2 in genere non viene diagnosticato per molti anni in quanto l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e inizialmente non è di grado severo al punto da dare i classici sintomi del diabete. Solitamente la diagnosi avviene casualmente o in concomitanza con una situazione di stress fisico, quale infezioni o interventi chirurgici.

Il rischio di sviluppare la malattia aumenta con l’età, con la presenza di obesità e con la mancanza di attività fisica: questa osservazione consente di prevedere strategie di prevenzione “primaria”, cioè interventi in grado di prevenire l’insorgenza della malattia e che hanno il loro cardine nell’applicazione di uno stile di vita adeguato, che comprenda gli aspetti nutrizionali e l’esercizio fisico.

Nella figura successiva sono evidenziate le differenze tra individui sani e affetti da diabete di tipo 1 e di tipo 2.

Il diabete mellito gestazionale è una condizione caratterizzata da una ridotta tolleranza al glucosio che si instaura durante la gravidanza. Sebbene generalmente possa essere tenuto sotto controllo con una dieta appropriata, in alcuni casi è necessaria l’assunzione di insulina. Anche in questo caso si ha iperglicemia, il che rende necessaria una maggiore frequenza di controlli per la mamma e per il feto.

Non sono note le cause scatenanti del diabete gestazionale, ma pare che il problema sia correlato alla produzione di alcuni ormoni prodotti durante la gravidanza. Dopo circa la 24esima settimana gli ormoni secreti dalla placenta possono rendere meno efficiente l’insulina della mamma, facendo aumentare così il livello di glucosio nel suo sangue. Una volta che la donna partorisce, i livelli di glucosio nel sangue tornano normali, nella maggior parte dei casi. Rimane tuttavia il rischio (dal 30 al 60%) di sviluppare diabete di tipo 2 nei successivi 10-20 anni.

diabete insipido

Il diabete insipido è una malattia caratterizzata dalla diminuita capacità dei reni di concentrare l’urina, che si traduce nella produzione di urina molto abbondante e molto diluita. Nonostante il nome, la malattia presenta meccanismi fisiopatologici del tutto diversi rispetto al diabete mellito: non si riscontrano infatti alterazioni dei valori di glucosio nel sangue e nell’urina, che dagli esami risultano quindi nella norma.

E' causato ad una mancata o insufficiente secrezione dell'ormone antidiuretico (ADH o vasopressina) da parte dell'ipotalamo e dell'ipofisi posteriore, o dalla sua mancata attività a livello renale. Nel primo caso si parla di diabete insipido centrale, ADH-sensibile o neurogenico, nel secondo di diabete insipido nefrogenico o ADH-insensibile (perché non si può correggere con la somministrazione di vasopressina esogena).

Complicanze del diabete

Il diabete può determinare complicanze acute, in cui la comparsa di sintomi molto forti è rapida e che possono regredire rapidamente se trattate con tempestivitò, e croniche, in cui i sintomi durano nel tempo e le cure possono portare miglioramenti ma non sono risolutuvi..

Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono in relazione alla mancanza pressoché totale di insulina. In questi casi il paziente può andare incontro a coma chetoacidosico, dovuto ad accumulo di prodotti del metabolismo alterato, i chetoni, che causano perdita di coscienza, disidratazione e gravi alterazioni a livelllo sanguigno.

Nel diabete tipo 2 le complicanze acute sono piuttosto rare, mentre sono molto frequenti le complicanze croniche che riguardano diversi organi e tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici. 

Tra le patologie riconducibili al diabete troviamo:

La retinopatia diabetica: si danneggiano i piccoli vasi sanguigni della retina con conseguente diminuzione  delle facoltà visive fino alla cecità. Inoltre, le persone diabetiche hanno maggiori probabilità di sviluppare altre malattie degli occhi come il glaucoma e la cataratta.

La nefropatia diabetica: si verifica una riduzione progressiva della funzione filtratrice dei reni che, se non trattata, può condurre all’insufficienza renale fino alla necessità di dialisi e/o di trapianto.

Il rischio di malattie cardiovascolari (ictus, infarto, arteriopatia periferica) è da 2 a 4 volte più alto nelle persone malate di diabete che nel resto della popolazione. Nei Paesi industrializzati, oltre il 50% delle morti per diabete è riconducibile alle malattie cardiovascolari.

La neuropatia diabetica è una delle complicazioni più frequenti e si manifesta a livelli diversi nel 50% dei diabetici. Può causare perdita di sensibilità, dolore di diversa intensità e danni agli arti, con necessità di amputazione nei casi più gravi. Può comportare disfunzioni del cuore, degli occhi, dello stomaco ed è una delle principali cause di impotenza maschile.

Il piede diabetico, in cui le modificazioni della struttura dei vasi sanguigni e dei nervi possono causare ulcerazioni e gravi problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto dei piedi, che in alcuni casi rendono necessaria l'amputazione degli arti.

Durante la gravidanza il diabete può determinare malformazioni al feto aumentando notevolmente il rischio di mortalità..

Terapie per la cura del diabete

La terapia del diabete consiste soprattutto nel mantenere uno stile di vita adeguato: abitudini alimentari e attività fisica.

La dieta del diabetico ha l’obiettivo di ridurre il rischio di complicanze del diabete e di malattie cardiovascolari attraverso il mantenimento di valori di glucosio e lipidi nel sangue e dei livelli della pressione arteriosa il più possibile vicini alla normalità.

In linea di massima, si raccomanda che la dieta includa carboidrati, provenienti da frutta, vegetali, grano, legumi e latte scremato, non inferiori ai 130 g/giorno ma controllando che siano assunti in maniera equilibrata, attraverso la loro misurazione e l’uso alternativo. Si deve evitare l’uso dello zucchero (il saccarosio), sostituibile con i dolcificanti. Riguardo i grassi, è importante limitare il loro apporto ad una quantità inferiore al  7% delle calorie totali giornaliere, con particolare limitazione ai grassi saturi e al colesterolo. E' inoltre raccomandato di consumare cibi contenenti fibre.

L’attività fisica di tipo aerobico e di grado moderato è raccomandata per almeno 150 minuti a settimana (oppure di tipo più intenso per 90 minuti a settimana)  per migliorare il controllo glicemico e per mantenere il peso corporeo. Dovrebbe essere distribuita in almeno tre volte a settimana e con non più di due giorni consecutivi senza attività. Come per la popolazione generale si consiglia di non fumare.

I diabetici tipo 1 hanno necessità di regolare in maniera più stretta la terapia insulinica all’apporto dietetico e all’attività fisica, mentre per i diabetici tipo 2, che in genere sono anche sovrappeso o obesi, assume maggior importanza un adeguato stile di vita che comprenda la riduzione dell’apporto calorico, soprattutto dai grassi, e aumento dell’attività fisica per migliorare glicemia, dislipidemia e livelli della pressione arteriosa.